Lettera aperta del CRIPAE - FIERI A VITA per il Nostro Contributo .

Lettera aperta del CRIPAE per Eutelia Nel dubbio VotateVi sempre!!! Partiamo dal problema sociale più sentito in questi giorni nostri. La crisi economica che deriva dalla crisi Finanziaria e di Capitali che si riversa poi sui numeri dell’occupazione. Ma qui in Eutelia la situazione è diversa Il Capitale c’è, è Italiano ed è stato messo soprattutto con i Risparmi dei Piccoli Azionisti per più di 2⁄3 ed è stato Patrimonializzato in Azienda Eutelia. Abbiamo letto su alcune relazioni che in questi anni abbiamo investito 600mln€. Lo abbiamo fatto con i nostri risparmi nulla a che vedere con finanza creativa, siamo un azionariato popolare italiano. La nostra iniziativa imprenditoriale e quindi il nostro Capitale rappresenta un baluardo per la tutela dei Vostri posti di lavoro il Nostro Comitato riunisce i Piccoli Azionisti che da sempre hanno creduto e sono fieri di aver investito per infrastrutturare il nostro paese nell Asset fondamentale per crescita e sviluppo: La banda larga, la Rete in fibra ottica di Eutelia. Fin dal primo momento abbiamo capito che la tutela del Vostro lavoro e quindi del Nostro Investimento passa attraverso lo sfruttamento dell'Asset strategico della Rete in fibra ottica di Eutelia. Insomma non abbiamo scoperto nulla, Chi ha studiato un pò di economia conosce bene quali siano i Fattori della Produzione: la TERRA , il LAVORO ed il CAPITALE nelle proporzioni di Vostro gradimento. Speriamo che con Terra crescano migliori frutti. Purtroppo questi ultimi anni abbiamo vissuto parecchie disavventure che hanno evidenziato tutte le possibili negatività di questa azienda ma un elemento sono convinto sia stato di esperienza positiva : la Formazione del Gruppo, quella professionale rimane indiscutibile. Solo chi lavora in evidente stato di difficoltà porta con se un'esperienza sicuramente pesante ma che deve essere un bagaglio di conoscenze da cui attingere per il futuro. Come un marinaio che va per mare, solo quando si trova nei momenti pericolosi capisce l’importanza di avere uno scafo robusto e quale sia il bene prezioso che si possa perdere, qui sicuramente tutti i componenti hanno percepito il valore dello stare insieme e di remare per la stessa via. Quindi sicuramente finora i fattori Capitale&Lavoro non sono mancati , oggi speriamo di imbarcarre con Noi Imprenditori già del settore che vogliano aiutarci a condurre insieme questa Nave Eutelia, Tutta insieme senza scialuppe di salvataggio privilegiate. Son convinto che sapranno farlo al meglio, utilizzando le risorse umane di Chi ha costruito Eutelia in questi anni, perchè parlano la stessa lingua ed hanno stessi valori culturali e umani, famiglia ed impresa. I primi ad investire su di Noi dobbiamo essere sempre Noi stessi, i veri protagonisti del Nostro futuro, non Ci si può tradire. Nel dubbio VotateVi!!! Auguriamo a tutti Noi un futuro sostenibile di sviluppo e crescita. Torneremo nelle posizioni che Eutelia merita. Grazie Il Cripae P.s. sono graditissimi i commenti e riflessioni questo spazio va inteso anche come un contributo per i dipendenti Eutelia di tutte le sedi affinche possano responsabilizzarsi in un momento particolare

domenica 30 novembre 2008

domenica 30 novembre 2008
Dematerializzazione,
nelle imprese
non decolla


di Alessandro Vinciarelli

venerdì 28 novembre 2008

Dematerializzazione dei documenti? Secondo un recente studio l’adozione nelle imprese è ancora inferiore al 5%, nonostante le stime prevedano risparmi tra il 65 e l’85%

Un recente studio sull'adozione di soluzioni di dematerializzazione dei documenti in Italia, a cura della School of Management del Politecnico di Milano, ha evidenziato una scarsa adozione in azienda: meno del 5%, contro una media internazionale del 10-15%.
Questo, nonostante la stima dei benefici in termini di riduzione dei costi del ciclo dell'ordine arrivino fino a 70 euro per coppia cliente-fornitore. Un valore che si traduce in una riduzione del costo iniziale compresto tra 65 e 85% e tempi di ammortamento generalmente inferiori all'anno.

Perchè allora il ritardo tra le imprese italiane? L'ostacolo maggiore sembra essere l'abitudine, quindi la ritrosia nell’affrontare il cambiamento.

Un primo input è stato fornito dall'entrata in vigore della prescrizione contenuta nella Finanziaria 2008 (art. 1, commi da 209 a 214), che prevede l’obbligo della fatturazione elettronica nei rapporti commerciale con la PA e gli enti pubblici. Un fattore, questo, di semplificazione per le imprese non indifferente.

Di digitalizzazione delle risorse informative, a cavallo tra Pubblico e Privato, si è discusso anche alla FieraForum RisorseComuni 2008, conclusosi ieri a Milano.

Tra i seminari in programma, anche "La dematerializzazione del procedimento amministrativo: protocollo informatico avanzato, riorganizzazione documentale, digitalizzazione dei procedimenti”. Nel corso del seminario è stato illustrato, come best practice, il sistema SIMEL (Sistema Informativo Multicanale Enti Locali) per le aziende di Salerno.

Tutta la documentazione afferente agli uffici comunali viene raccolta nella banca dati unica (B.D.U.) aggiornata in tempo reale, così da permettere anche imprese di interagire con SIMEL attraverso il portale istituzionale di Salerno ed effettuare vari tipi di operazioni.

Un buon esempio da seguire dunque, in un momento in cui i tempi sembrano essere maturi perché le imprese pubbliche e private comprendano i vantaggi che l’automatizzazione del ciclo economico-finanziario aziendale è in grado di fornire.

29-11-08
VOIP: LA TECNOLOGIA PIU' AMATA DALLA P.A., CON LUCI E OMBRE (SERVIZIO)



(ASCA-CORRIERE COM.) - Roma, 29 nov - E' il Voip l'oggetto del desiderio della PA di casa nostra che si appresta fare il tanto agognato salto nell'era digitale. Tra i motivi di tanto successo c'e' soprattutto quello il risparmio. La Business School del Politecnico di Milano ha stimato un saving del 25%, mentre per il Cnipa i risparmi per le amministrazioni sfiorano il 30%. Ma la convenienza economica non basta alla completa migrazione del le pubbliche amministrazioni locali (Pal) al Voip. ''Dei 413 milioni di euro utilizzati dalle Pal ogni anno per le Tlc, solo 16 milioni servono per il Voip - spiega Paolo Colli Franzone, direttore di Netics -. Numeri che parlano di un forte ritardo nell'adozione della tecnologia soprattutto rispetto a quanto fatto dalle aziende: nel 2007 Confindustria aveva rilevato che il 28% delle piccole e medie imprese era transitata alla telefonia Ip, a fronte del 13% dei Comuni (nei piccoli si scende al 10%)''.

La risposta del ritardo sta tutta nella carenza di banda larga di cui soffrono i Comuni, soprattutto quelli piccoli.

Come spiega anche Fabio Refrigeri, sindaco di Poggio Mirteto, piccolissimi centro del reatino (poco piu' di 5mila abitanti). ''Il 40% dei Comuni non e' coperto da Adsl e, presumibilmente, non lo sara' nemmeno nei prossimi dieci anni perche' in queste zone agli operatori telefonici non conviene investire - puntualizza Refrigeri -. Per colmare il gap si potrebbe pensare a reti alternative a quelle fisse (reti WiFi intercomunali) oppure definire delle politiche di investimento che tengano conto delle possibilita' economico-finanziarie delle piccole realta' istituzionali, come fatto dalla Regione Emilia Romagna''.

L'Emilia Romagna si conferma, da questo punto di vista, una best practice. ''Nel 2007 Intercent-ER, l'agenzia regionale che gestisce gli acquisti di beni e servizi tramite e-procurement, ha lanciato una gara per la fornitura di servizi di telefonia fissa, trasmissione dati e Voip attraverso la rete telematica regionale Lepida - rivela Grazie Cesari, responsabile Sisetmi Informativi delle Regione -. L'aggiudicazione (vinta da Telecom Italia) ha portato alla stipula di una convenzione quadro a cui tutti gli enti territoriali possono accedere secondo i lori fabbisogni''.

Laddove la banda larga arriva, pero', non e' detto che sia di qualita': un difetto che va a intaccare anche la qualita' del servizio, soprattutto voce. ''Fino a che non ci sara' broadband ad alta qualita' le potenzialita' del Voip rischiano di rimanere al palo - specifica Andrea Bertagnoli, Ufficio informatica e telematica della Presidenza del Consiglio dei Ministri -, frenate dallo scetticismo dei dipendenti pubblici che temono un calo nella qualita' delle chiamate in voce. Potenzialita' che, tra l'altro, hanno davvero a che fare con l'efficienza della PA, videoconferenza e telelavoro ad esempio, per garantire l'avanzamento delle pratiche burocratiche, e quindi sui servizi resi al cittadino''. A rassicurare i piu' scettici Emilio Frezza, responsabile Area infrastrutture nazionali del Cnipa, che sottolinea come ''il Voip della PA centrale, viaggiando su Spc, e' garantito sia in termini di qualita' sia in termini di gestione di dati sensibili''.

venerdì 28 novembre 2008

Cari amici Ammiragli, oggi voglio raccontarVi come si può costruire, allo stato dell'arte in Italia, una plancia di comando in mobilità per la gestione di un qualsiasi vostro business, privilegiando un'ottima efficacia ed efficienza in termini di costi nella comunicazione multimediale. E' ormai palese, tra gli addetti al settore (case produttrici di device e operatori service provider in genere) che il confine tra business e entertainment è molto labile, per cui le esigenze di un manager possono esser simili con quelle di uno studente o di un semplice babyuser, teenager o oldager evoluto, che utilizza le tecnologie per rimanere connesso nella Società.

Attualmente la mia flotta multimediale consta di:

-Pc desktop ( ormai ognuno sceglie la macchina con caratteristiche più consone alla bisogna) fondamentale è esser collegato con un wi-fi domestico , consiglio EUTELIA ADSL




- Nokia E70 con una Sim di Tim(attualmente Alice mobile300 15€mese) che prossimamente si tramuterà in una NOVERCA SIM che non uso per telefonare, ma esclusivamente come un semplice access point internet in wireless. Infatti per telefonare uso il Voip, ossia entro le mura domestiche o ufficio in copertura wifi eutelia mentre se sono in mobilità (dal cliente o sulle piste da sci) con le numerazioni geografiche sul cellulare, Euteliavoip( tramite Fring) o Nòverca mi permettono di ricevere le chiamate con spese irrisorie(fisse per chi mi chiama) e/o molto convenienti in uscita con le tariffe dei due operatori Voip Euteliavoip e Noverca.




Questo fino a ieri.

Oggi, ormai impaziente di aspettare Babbo Natale, anticipando uno shopping natalizio al risparmio, ero quasi deciso nell'attesa di accumulare gli euro necessari per il touchscreen Nokia 5800xpressmusic 429€ e di soprassedere sullo smartphone costoso di 500€ Iphone che mi vincolava per 24 mese alla Tim al gusto Mela, allontanandomi quindi dal mio Guru, Claudio Carnevale. Alla fine vengo colto da un frenetico impulso, spinto anche dalla ricerca di un approccio alla multimedialità non da "sfigato", ma di uno stile "carnevalesco" sempre più "smart".
Ho deciso di fare un acquisto polifunzionale-multimediale, ho comprato un gioellino, un compatto,
un entrypoint, un laptop , un netbook, un mininotebook, un portatilino , mini pc, un palmare più completo etc ... insomma

un Acer Aspire one 150 bb

così montando un SO windows,
ho potuto senza alcun problema installare i due client voip mettendoli in competizione e sostenendoli al tempo stesso!!!.

Euteliavoip per window dedicato altrimenti Ekiga per linus





Nòverca





Entrambi inoltre gestiscono le modalità comunicative come gli IM.



Concludendo tutte queste applicazioni, necessitano logicamente di essere alimentate dall'energia elettrica, così come della connessione internet in mobilità, ormai dovuta!!!!!
per cui Chi detiene l'energia, che sia elettrica, di Sistema operativo, o Banda larga detiene il mercato, il dominio nel walled-garden.

ATTENZIONE !!!!!!!

Chi ROMPERÀ QUESTO MURO di catene? aprendo le porte verso il Nuovo Mondo del Web2.0mobile? Facendo conoscere le applicazioni i clients delle terze parti?

Da GENNAIO IL WIMAX (ARIA LINKEM )
farà da convergenza nel fisso-mobile-tlc-banche (ci sarà bisogno di infrastrutture di rete e knowhow ITC un buon mix tra EUTELIA e ACOTEL)

THE SHOW GO ON ....stay tun and You'll PLAY AGAIN!!!

CI SARÀ DA DIVERTIRSI.....


Boatrade

giovedì 27 novembre 2008

Wimax, si lavora alle alleanze

di Carmine Fotina



Venerdí 29 Febbraio 2008

La gara è ormai chiusa e per il wimax si apre la seconda fase, quella delle alleanze e dei contratti.

In palio c'erano le licenze per il servizio a banda larga senza fili, evoluzione del wi-fi diffuso in Italia con alterna fortuna. L'incasso dell'asta, con 136,3 milioni di euro, ha superato i risultati messi a segno negli altri Paesi europei (il record era della Francia con 125,8 milioni) e in Nuova Zelanda. Per il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni è un successo: «La geografia del mercato che emerge è un fatto molto positivo perché dimostra che c'è competizione, diffusione del numero delle imprese e consistenza di investimenti».

I vincitori
Si è gareggiato per 35 diritti d'uso, tra quelli su base regionale e quelli validi per zone che accorpano più regioni. Si è passati da 48 manifestazioni di interesse a 29 offerte iniziali mentre ad aggiudicarsi le licenze sono stati 11 operatori singoli o consorziati. In due hanno contribuito a oltre metà dell'incasso totale (Ariadsl con 47,6 milioni e Aft-Linkem con 34,4 milioni). Ariadsl, controllato dal fondo Gilo Ventures, sarà l'unico operatore con copertura nazionale. Aft-Linkem, controllato dalla Sopaf e dal fondo gestito da Ramius Capital Group Llc, potrà invece operare in 13 regioni in cui abita circa il 75% della popolazione italiana. Segue E-Via con 23 milioni per 3 macroregioni che coprono praticamente tutto il Nord. Telecom si è limitata a investire 13,8 milioni per un'area che va dall'Umbria alla Calabria più la Sardegna. Gli altri provider vincenti sono Mgm-Profit, Infracom, Assomax, Brennercom, City Carrier, un consorzio per la Sicilia e uno per la Valle d'Aosta.

Alleanze e contratti
Chi è rimasto fuori potrà lavorare ad accordi commerciali con gli operatori licenziatari. È quanto ad esempio ha intenzione di fare British Telecom. Potrebbero seguirla Eutelia e Tiscali, anche se il provider sardo è appena entrato in una fase di delicata transizione con il cambio al vertice tra Tommaso Pompei e Mario Rosso. A breve si tramuterà in joint venture l'alleanza tra la canadese Mgm Productions e il gruppo Profit (Odeon tv) di Raimondo Lagostena.
E già scalpitano i fornitori di tecnologia – Motorola, Nokia-Siemens, Alcatel-Lucent – a caccia di contratti per costruire le reti o fornire in futuro i terminali. Il wimax servirà soprattutto a portare internet veloce nelle zone del Paese dove non arrivano l'Adsl o la fibra. Nel 2009 però potrebbe essere usato anche in mobilità: i primi test su frequenze a 3,5 gigahertz, assicurano da Motorola, sono positivi.

mercoledì 26 novembre 2008

PERICOLO CHIUSURA BLOG









A proposito della rivelazione che avrei dovuto fare a TeleNord Est ieri sera...:
(si parla di MPS e quindi Antonveneta....) ecco il fatto:

In un giornale locale senese, la scorsa domenica, è stata riportata notizia che Mercato Libero (e chi lo scrive) "sarà" citato per danni da MPS.
Pensate, dopo aver descritto per mesi la situazione in cui si trovava la banca (e tante altre società Italiane) e aver fatto capire a migliaia di persone che era meglio stare lontani dai mercati azionari e da chi aveva compiuto ACQUISIZIONI DI AZIENDE A CARISSIMO PREZZO....ecco il risultato.

Dopo che LE LISTE CIVICHE DI SIENA si sono adoperate in questi 12 mesi, insieme a Mercato Libero a raccogliere materiale a difesa della solidità finanziaria della Banca e della Fondazione.... (da Piccini ad Ascheri, a Lucci e tanti tanti altri personaggi).

Dopo che la LEGA NORD di Siena si è opposta ferocemente all'operazione MPS Antonveneta attaccando con Borghezio (che fece un esposto), Parenti e tanti altri esponenti senesi l'operato della banca e ha appoggiato la nostra presentazione a Siena lo scorso venerdì.

Dopo che innumerevoli esponenti di spicco senesi hanno applaudito alla presentazione dei fatti avvenuta a Siena

Ecco che la Banca MPS potrebbe aver deciso di prendersela con l'anello più debole e meno politicizzato....

Dico potrebbe...in quanto a oggi il team di Mercato libero non è stato avvisato di nessuna denuncia ....

Pensate....cercare di salvare il risparmiatore da perdite sicure....potrebbe diventare reato punibile!!!!

Dopo aver dato UNA PREZIOSA INFORMAZIONE economica che ha permesso a migliaia di persone di non perdere in Borsa e nei mercati....ecco a cosa si va incontro!!!

MERCATO LIBERO HA OFFERTO NEGLI ULTIMI 21 MESI GRATUITAMENTE un'informazione che ha evitato alle persone di sottoscrivere prodotti STRUTTURATI, DERIVATI, FONDI COMUNI, OBBLIGAZIONI BANCARIE, AZIONI i cui corsi sui mercati non hanno fatto altro che crollare. Mercato libero ha aiutato i risparmiatori piccoli e grandi di proteggersi da questa tempesta economica...

OGGI MERCATO LIBERO POTREBBE ESSERE COSTRETTO A CHIUDERE!!!

Motivazione: AVER CERCATO DI FAR CAPIRE LA REALTA' DELLE COSE AI PICCOLI RISPARMIATORI (CHE SPESSO SONO FUORVIATI NELLE SCELTE D'INVESTIMENTO DAI MEDIA E DA MOLTI ANALISTI I CUI GIUDIZI SONO SEMPRE DATI CON ESTREMO RITARDO)!!!

Pensate che in Italia si devono venire a sapere le cose dai giornali. Un giornale piccolo e ben informato..... Più informato del diretto interessato che a oggi non è ancora stato accusato da MPS.

MPS è veramente preoccupata che un piccolo blog la possa mettere in difficoltà???

Non credo che una banca così importante possa essere preoccupata di gente come noi.

Sarebbe un attacco verso chi ha protetto veramente il parco buoi da UN SICURO MACELLO FINANZIARIO.

MA SE IL PICCOLO GIORNALE LOCALE AVESSE RAGIONE....

MERCATO LIBERO SE ATTACCATO IN MANIERA MASSICCIA POTREBBE CHIUDERE SE NON DOVESSE TROVARE SUPPORTO DAI LETTORI E DA TUTTI COLORO CHE RITENGONO IMPORTANTE IL NOSTRO PENSIERO SULLA MACROECONOMIA E SULLO STATO DI SALUTE DELLE AZIENDE.

FINO AD OGGI ABBIAMO VISTO ABBASTANZA BENE QUELLO CHE STAVA ACCADENDO E NEL NOSTRO PERCORSO ABBIAMO INTRODOTTO DEI CONCETTI DI CONTROLLO DEL RISCHIO E DI STOP ALLE PERDITE CHE HANNO PERMESSO IL SALVATAGGIO DI MOLTO DENARO.

Da oggi potremmo essere attaccati...solo la vostra vicinanza in questi giorni potrà aiutarci nelle difficili decisioni che potrebbero attenderci!!!

martedì 25 novembre 2008

Il peso dell HOPA agli Sherpa della Rete Fissa Italiana

Bisogna manifestare!!! c'è pericolo che per l'ennesima volta il Nostro Paese perda un'occasione di crescita , un passo in avanti nell'innovazione delle TLC, nelle infrastrutture, evitare che si usi il periodo di recessione per proteggere l 'Incubent delle Obbligazioni dei Signorotti d'Italia.
Per non tagliare con il passato, il debito( fagotto di 40mld di debito che TELECOM ITALIA ha accollato con la Rete) lo si fa portar sulle spalle agli Sherpa della Rete Fissa, agli OLO (a monte) e ai sudditi (a valle). Non si vuol dare accesso libero alla rete, si tiene prigionieri i sudditi alle catene dell'Access Point, la chiave sta nella Chiavetta(Tim) o fra gli anticoncezionali di Alice(Telecom).
Così si abortisce o si contingenta la linfa in internet, gli altri operatori infrastrutturali e di contenuti non si svilupperanno, occuperemo l'ultimo casello nella solita classifica dei paesi "sviluppati", insieme a quello demografico culturale.

Importante è fare il summit alla Maddalena!!!!! per godersi il punto G dei grandi...


Ma forse possiamo trovare alcuni alleati (Israeliti e americani)

con il WiMax: le offerte

Linkem e Aria

ma chi saprà esser partner nel loro roll-out ? e dargli le infrastrutture di rete complementari
,Fibra e Know-how?

Eutelia?
Acotel?

lunedì 24 novembre 2008

NON ERA MEGLIO AD OCCHI CHIUSI INVESTIRE LE PENSIONI NELLE AZIENDE NOSTRANE ?????


TFR NETTO + 2,11% FONDI PENSIONE - 4,11 % (primi 6 mesi 2008)

Il recente fallimento della banca d’affari USA Lehman Brothers sta interessando anche i fondi pensione italiani. Il primo di cui si è avuta notizia è stato il Fondo Cometa, il più antico e grande fondo di previdenza complementare, al quale sono iscritti 500mila lavoratori metalmeccanici.

La Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, ha accertato che diversi fondi di categoria hanno titoli Lehman nel loro patrimonio:

- Cometa il fondo dei metalmeccanici tramite la società di gestione (Sgr) Pioneer ha bond Lehman per 3,7 milioni di euro, mentre tramite Axa ha 150mila euro;

- Fonchim, il fondo del settore chimico ha 3,15 milioni in bond Lehman tramite Duemme;

- Fondenergia (gruppo Eni) invece ha alcune decine di migliaia di euro in azioni della banca Usa, su oltre 600 milioni di patrimonio e analoghe proporzioni sono segnalate in altri fondi pensione dalle dimensioni inferiori al miliardo di patrimonio.

Secondo la Covip (Comitato di vigilanza fondi pensione) le adesioni ai Fondi Pensione crescono poco o addirittura calano.

Aderiscono poco i giovani. Non si è dovuto aspettare troppo perché si capisse che affidare il TFR ai fondi era peggio che giocare a bingo. La previdenza integrativa non è decollata e il progetto di smantellare la previdenza pubblica è sostanzialmente fallito. In un anno i maggiori fondi aziendali o di categoria hanno perso l’1,9%, con punte dell’8/10% per le linee azionarie mentre il TFR in azienda si è rivalutato del 3,6%. Tra mancato guadagno e perdite realizzate chi ha conferito ai fondi il TFR ha perso il 5,5% (questo il rendimento puro, ovviamente poi c’è da considerare il contributo che ci mette l’azienda, comunque modesto). E’ bastato un anno per far capire che c’è un forte rischio per il salario dei lavoratori e guadagnano, a prescindere dalla resa dell’investimento, solo i gestori, le banche e gli speculatori che hanno la possibilità di “giocare” con i soldi dei lavoratori. Alla fine di aprile 2008, sono circa 4,65 milioni gli aderenti alla previdenza complementare, 1/5 dei circa 22 milioni potenziali sottoscrittori. Tra i 12,2 milioni di dipendenti privati aderisce solo il 25%, circa 3 milioni di lavoratori. In fatto di adesioni nei primi 4 mesi del 2008, si registrano rallentamenti, e addirittura cali.

Inoltre, i fondi non convincono i giovani e i precari già sfruttati e mal retribuiti. Saggiamente la grande maggioranza dei lavoratori, come proposto dalla CUB, continua a tenere il TFR in azienda/INPS.



FONDI PENSIONI ALLARME USA


EUGENIO OCCORSIO

La Fairchild Corporation, gloriosa azienda americana che dal 1925 produce aerei e apparati di navigazione, ha comunicato la settimana scorsa che non potrà assolvere ai suoi doveri trimestrali di contribuzione per il fondo pensione del dipendenti, per il semplice motivo che non le è rimasto più un dollaro in cassa. La Boeing, che ha 165mila dipendenti, minaccia un provvedimento analogo, ed è inutile dire che tutte e tre le case di Detroit Gm, Ford e Chrysler hanno rallentato e ridotto i pagamenti. Perfino la Random House, maggior gruppo editoriale d’America, ha sospeso il pagamento dei contributi al suo fondo pensione.
segue ....



Il WIMAX rimane l'unica nostra speranza per sdoganarci....
oppure i soli accessi alla Rete in ULL come EUTELIA per poter dribblare gli aumenti

Telecom, senza lo scorporo avanti piano sulla nuova rete


STEFANO CARLI

Non si accettano scommesse, perché di questi tempi non si sa mai, ma è proprio difficile che tra otto giorni, il 2 dicembre, il cda di Telecom Italia decida qualcosa sulle sorti della rete. Certo, le cose possono cambiare rapidamente e tutti sono molto abbottonati. Ma ad oggi è convinzione diffusa che la separazione della rete non è una cosa da avviare con questa Borsa. Se Bernabè mettesse la sua infrastruttura in una società autonoma e separata, in cui far confluire una bella fetta dei 37 miliardi di debiti che appesantiscono il gruppo e ne limitano la capacità di manovra, aprendone poi il capitale per poco meno del 50% all’ingresso di nuovi soci, i rating di debito di Telecom risalirebbero, la cassa aumenterebbe e ci sarebbero più risorse da investire. Il titolo salirebbe sospinto da questo circolo virtuoso.
Vale la pena giocarsi questa carta oggi? L’effetto annuncio potrebbe essere annullato in pochi attimi dall’ennesimo crollo del Dow Jones. Insomma, c’è troppa paura sui mercati. E siccome si tratterebbe solo di lanciare un processo lungo almeno una ventina di mesi, tanto vale aspettare. Fermo restando che la speranza è che prima o poi accada qualcosa che salvi Telecom dall’amputarsi la rete: ma qui più che speranze, siamo nell’ambito dei miracoli.
Non sarà poi un cda, quello del 2 dicembre, in cui si parlerà di apertura del capitale. Bernabè l’ha già smentito. E poi, in qualche modo, un aumento di capitale l’ha già incassato. Proprio là dove serve, ossia nei margini. L’aumento del canone che l’Authority ha appena concesso è una boccata d’ossigeno per il gruppo telefonico. Sono circa 330 milioni annui di maggiori ricavi a fronte di nessun maggior costo: quindi, margine puro.
Insomma, il cda del 2 dovrebbe limitarsi al solo piano industriale. Non è un arretramento: questo cda è stato da sempre dedicato da Bernabè solo a questo e solo l’estemporanea uscita di Franco Bassanini da neo presidente della Cdp ha scompaginato l’austero programma del manager di Vipiteno. Austero come il suo piano industriale. Un documento che promette di essere come la finanziaria: limato sino all’ultimo secondo perché dentro si parla soprattutto di tagli, lacrime e sangue.
Una delle prime mosse di Bernabè in Telecom è stata di annunciare il taglio ai dividendi, simbolo dell’era tronchettiana, effetto delle necessità di cassa degli azionisti e sintomo di un livello di investimenti molto basso. Ma la tempesta delle Borse rischia di vanificare l’ambizione di riportare proprio sugli investimenti queste risorse aggiuntive. E si torna al punto di partenza: il nodo della rete. Anzi, più esattamente, della «nuova» rete.
La crisi economica sta rallentando tutti i processi che comportano investimenti e grandi esborsi. E anche sul fronte delle regole mancano decisioni: l’AgCom di Calabrò deve rendere note le conclusioni delle sue audizioni; lo stesso deve fare (ma qui è solo questione di giorni) la commissione Trasporti e tlc della Camera; quanto alla task force voluta dal sottosegretario alla Comunicazioni Paolo Romani e in cui è stato coinvolto Francesco Caio, siamo appena all’inizio.
Tutto in alto mare, quindi, ma con almeno una certezza: le Ngn non sono un affare della sola Telecom Italia. Intanto perché un progetto infrastrutturale di questa portata non è affidabile a un solo soggetto. Tanto più se questo soggetto è la superindebitata Telecom Italia. Che può altresì realizzare una rete in fibra che risponda alle sue di esigenze, quelle di business. Questo è normale e legittimo, ma è cosa diversa dal significato che oggi si dà alle Ngn. Tanto più dopo la vittoria di Obama negli Usa, che ha proclamato ‘banda larga per tutti’.
La riprova è nero su bianco nei piani di Telecom sulle Ngn. Piani che sono di lungo periodo e di ridotta portata, dal punto di vista del sistemaPaese. Telcom, in sostanza, si propone di cablare direttamente in fibra ottica le utenze che fanno capo alle prime 2 mila centrali telefoniche. E conta di farlo in dieci anni.
Ora, 2 mila centrali sono meno di un quinto rispetto alle 10.400 totali. Anche se, siccome sono quelle delle maggiori città, tutte assieme dovrebbero corrispondere circa al 5060% delle linee telefoniche.
Per realizzare questo obiettivo in modo completo si arriverà oltre il 2016 e le risorse programmate parlano di 10,4 miliardi di investimenti. Siamo sotto i 15 miliardi che tutti gli esperti stimano come costo per una grande cablatura in fibra ottica nazionale. Ma il vero fattore da sottolineare è che solo una parte di quei soldi vanno alle Ngn: 4,6 miliardi vanno infatti al completamento della rete fino a 20 mega, quindi la «vecchia» Adsl 2+, e per la banda larga mobile fino a 14 mega, ossia l’Hsdpa di ultima generazione. I restanti 5,8 miliardi di qui al 2016 andranno nelle previsioni disponibili finora (sempre che il piano industriale non rimescoli le carte) tra le reti mobili 4G, ossia di quarta generazione, l’Lte, i nuovi centri servizi It che dovranno supportare tutto il maggior traffico dati in banda larga creato dalle nuove applicazioni, e infine dalla cosiddetta Ngn2, ossia le reti in fibra ottica. Che saranno di due tipi: o direttamente fino a casa dell’utente o fino a ciascun portone.
L’ordine di costo è dunque una frazione rispetto a quello dell’intera rete. E con questi chiari di luna non si possono certo snobbare risorse. Hanno un peso gli 800 milioni stanziati dal governo per il digital divide. Ma anche il miliardo di euro delle reti realizzate a vario titolo dagli enti locali, che, come è stato rilevato nel convegno organizzato il mese scorso da Between, (e come ripete spesso Corrado Calabrò) sono un ‘tesoretto’ che non ci si può più permettere di sprecare senza una direzione unitaria e condivisa.
Da questo punto di vista i timori dei concorrenti di Telecom che il gruppo usi gli aumenti del canone per finanziare le nuove reti non sembrano fondati. I 330 milioni servono alla gestione corrente. E tanto meno servono allo scopo i 30 milioni circa che Telecom spera di ottenere dall’aumento del canone di unbundling, ossia quello che pagano i soli concorrenti per essere ospitati nelle sue centrali. Una trentina di milioni che non risolvono i problemi di Bernabè ma che rischiano di stroncare i bilanci di Wind, Tele2, Tiscali e Fastweb. Quegli introiti che per Telecom sono margini positivi senza costi, per loro sarebbero una riduzione secca di Ebitda. A meno che non aumentino i prezzi. Cosa non certo facile in questo periodo. Anche perché (a differenze di quanto avverrà dal primo gennaio con il canone, che pagano tutti) qui l’aumento sarebbe solo per gli utenti non di Telecom.

sabato 22 novembre 2008

Eutelia, Fring ed iPhone: tris d’assi per Sip e Voip

Volete chiamare col vostro iPhone e spendere poco? Spendere ancora meno delle tariffe di Skype? Volete essere sempre raggiungibili, magari anche all’estero, facendo in modo che vi chiama spenda non più del costo di una chiamata urbana? Segnatevi questi due nomi, dei quali tra l’altro ho già parlato in diversi post nel blog (1 - 2 -3): Eutelia e Fring, Sip e Voip.

Andiamo per ordine, provando a spiegare per sommi capi cosa sono questi strani nomi. Rimando a Wikipedia per un’illustrazione particolareggiata delle singole applicazioni\protocolli. In questa sede mi interessa soffermarmi sull’interazione globale e sul risparmio ottenibile.

Eutelia: operatore telefonico aretino. Gratuitamente, previa registrazione, permette di ottenere un numero telefonico con referenziazione geografica, ovvero con prefisso 02 per Milano, 06 per Roma, 051 per Bologna, 0547 per Cesena. Nel mio caso ho ottenuto qualcosa del tipo 0547/19XXXXX. Avere un numero di telefono è già sufficiente per poter ricevere chiamate: per farle occorre acquistare credito. Per farlo, la via consigliata è acquistare un telefono fisso ethernet (cioè sfrutta non la normale linea telefonica bensì internet, si collega alla Lan domestica) a 19 euro: vi verranno accreditati 19 euro di traffico disponibile, praticamente regalandovi il telefono (al cui utilizzo dedicherò un post futuro). Bene, abbiamo il numero, abbiamo il credito, siamo pronti per capire come usarlo.

Potete collegarvi da qualsiasi dispositivo, pc, palmare, mac, notebook, iPhone, che supporti il protocollo Sip. Cos’è il protocollo Sip: acronimo di Session Initiation Protocol, è un insieme di regole che sfrutta il protocollo IP per le comunicazioni (non solo voce). In pratica permette di realizzare il famoso VoiP, voice over Ip, voce “impacchettata” sotto forma di dati e spedita in rete grazie al protocollo IP. Semplifico: grazie a questo affare potete chiamare usando internet. Tutto troppo complesso? Poco importa: se volete chiamare e ricevere da Pc, vi basterà sapere che Ekiga (per Linux) fa al caso vostro. Se invece vi interessa sfruttare l’iPhone, andiamo ancora una volta avanti.

Vogliamo usare il nostro numero Eutelia su iPhone. Benissimo. Cosa fare? Installare Fring, applicazione sviluppata da un’azienda israeliana (!) che permette di sfruttare il protocollo Sip (quel “coso” strano di prima) sul melafonino. Installate Fring e configuratelo con i parametri che Eutelia vi ha inviato via mail al momento della vostra iscrizione. Ah, Fring si scarica gratuitamente dall’Apple Store. A questo punto siete quasi arrivati: ogni qualvolta aprite Fring potete chiamare qualsiasi numero (anche i contatti presenti in rubrica) a tariffe vantaggiose, le più vantaggiose che conosca.

Date un’occhio a questa pagina per avere un confronto con le tariffe di Telecom, Tiscali e Skype. Naturalmente per chiamare un telefonino è sempre più conveniente usare un altro telefonino, in questo caso sfruttando il vostro operatore “tradizionale” su iPhone. Con Fring potete usare anche Skype e scegliere con cosa effettuare le chiamate: protocollo Sip (nel nostro caso Eutelia, ma potreste aver settato i parametri per sfruttare un diverso operatore), Skype o operatore mobile tradizionale (Tim, Wind, Vodafone o Tre). Con Eutelia si spende quasi la metà di Skype, ed è più conveniente che usare il telefono di casa (Telecom).

Limiti. Sorgono a questo punto alcuni problemi. Il primo: e quando Fring non è attivo sul telefonino, come fa uno a essere chiamato? Bella domanda: la pressione del tasto home nell’iPhone termina ogni applicazione attiva, quindi anche Fring. Tale specifica è una condizione irrinunciabile per essere ammessi nell’Apple Store. Non ci sono applicazioni che lavorano in background.

Quindi? Semplice, occore (se non l’avete già fatto) fare il jailbreak dell’iPhone ed installare Backgrounder. Aprite Fring, tenete premuto a lungo (qualche secondo) il tasto Home e vedrete che vi comparirà un messaggio del tipo (Backgrounding enabled). Fring continuerà quindi a funzionare anche se nel frattempo starete facendo altro, magari mandando un messaggio o scattando una foto, o se il telefono ha il bloccatasti inserito. Per disabilitare il backgrounding riaprite Fring e premete di nuovo per alcuni secondi il tasto home. Perfetto. Unica sola avvertenza: quando Fring è attivo in background, il consumo della batteria raggiunge livelli stratosferici, e potrebbe esaurirsi in quattro o cinque ore (forse sono stato un po’ restrittivo).

C’è ancora un problema, però. Quale? Che Fring permette di fare le chiamate solo quando l’iPhone è connesso via WiFi, non via Umts (3G). Ovvio, altrimenti le compagnie telefoniche si potrebbero un po’ incazzare sapendo che pagano fior di milioni la possibilità di vendere iPhone e poi questi sono utilizzati con il Voip, la teconlogia che le dovrebbe uccidere. Come fare? Risposta scontata: applichiamo una patch a Fring.

La patch (disponibile qui) permetterà a Fring di effettuare chiamate anche senza WiFi: attenzione, a questo punto, il consumo dei dati può crescere notevolmente. E’ preferibile quindi avere un piano dati flat (non esistono veri e propri piani flat) o comunque adatti alle esigenze. Come fare ad applicare la patch? La si scarica, si scompatta e la si trascina, dopo aver collegato l’iPhone, su iTunes. Penserà a tutto lui (metodo due: seguite le direttive del vecchio post, facendo tutto via ssh). La patch presenta ancora dei bug, quindi potrà dare di tanto in tanto qualche problema, ma per il resto funziona egregiamente.

Ora siete liberi di essere sempre chiamati da chiunque al costo di una semplice chiamata urbana ad un telefono fisso, anche quando siete fuori copertura WiFi, anche quando siete all’estero.

Anzi, soprattutto quando siete all’estero. Visto che ancora Skype non permette di avere una numerazione geografica, questo servizio sostituisce e migliora ciò che Skype progetta solo di poter offrire in Italia. La qualità delle chiamate è davvero buona, e la latenza è minima, niente che possa affliggere o degradare la conversazione.

Provatelo assolutamente e poi fatemi sapere.

ICT: LA RICETTA ANTICRISI DI 15 TOP MANAGER DEL SETTORE

(ASCA-CORRIERE COM.) - Roma, 22 nov - L'Ict puo' rappresentare per l'Italia una leva importante per aumentare la competitivita' e rendere piu' efficienti ed efficaci i servizi al cittadino. Inclusi quelle offerti dalla Pubblica Amministrazione. E' questo il parere di 15 top manager dell'Ict invitati dal Corriere delle Comunicazioni - l'inchiesta sara' pubblicata lunedi' 24 novembre - a dire la loro su un 2009 che si preannuncia difficile a seguito della crisi finanziaria. Ecco in sintesi gli interventi.

Stefano Venturi (Ad Cisco di Italia).

La strategia contro la crisi che abbiamo adottato e' chiara: focalizzare la nostra attenzione sulle risorse esistenti e valorizzarle, continuare ad investire in innovazione, costruire relazioni ancora piu' forti con i nostri clienti.

Cosi' come abbiamo aiutato i nostri clienti a sfruttare i vantaggi per la produttivita' e la competitivita' portati dalla prima fase di Internet, oggi, nell'era del Web 2.0, ci proponiamo di guidare la transizione con l'obiettivo di creare nuovi modelli di business basati sulla velocita', sulla condivisione, sulla collaborazione, sulla flessibilita' e sulla produttivita' abilitate dalle tecnologie di rete.


Cesare Avenia (Ad di Ericsson Italia).

E' in fasi come questa che le istanze creative hanno maggiori possibilita' di emergere. Definire una strategia di lungo termine volta a conseguire lo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione, nell'ambito di un chiaro e sostenibile Piano di Interventi Nazionale, rappresenta per l'Italia una necessita' economica e sociale, perche' solo cosi' si puo' ottenere un forte e positivo impatto sulla crescita, sulla produttivita', sull'occupazione e sul recupero del gap competitivo a livello internazionale del Sistema Paese.


Luigi De Vecchis (Ad di Nokia Siemens Networks Italia).

In questo scenario occorre favorire il salto tecnologico di cui l'industria ha bisogno verso Next Generation Optical Access, Lte, WiMax. Per realizzare una rete avanzata occorrono molti miliardi di euro, almeno 15-20, e occorre dare garanzia agli operatori che ci siano gli utenti disposti a comprare capacita' e nuovi servizi. Per questo basterebbe solo che la PA concentrasse gli investimenti sull'Ict invece di disperderli a pioggia sul territorio senza ottenere risultati. Si recupererebbero 80 miliardi di euro di sprechi da indirizzare, fino al completamento della rete, verso gli operatori che tornerebbero ad investire come serve al Paese.

ALTRI

venerdì 21 novembre 2008

Un nuovo 11 SETTEMBRE 2001......




questa volta hanno affondato finanziariamente le TORRI di WALL STREAT
riportando indietro gli orologi a PRIMA e/o DOPO ?

La guerra d'Iraq, o seconda guerra del Golfo, iniziò il 20 marzo 2003 con l'invasione dell'Iraq da parte di una coalizione formata da Stati Uniti d'America, Regno Unito, Australia, e Polonia, con contributi minori da parte di altri stati, tra cui l'Italia. Essa era stata preceduta da una lunga ostilità armata (iniziata nel 1990 con la guerra del Golfo) fra l'Iraq del dittatore Saddam Hussein e molti altri Stati (USA in primis).

Le truppe della coalizione prevalsero facilmente sull'esercito iracheno, tanto che il 1º maggio 2003 il presidente statunitense Bush proclamò concluse le operazioni militari su larga scala.


NASDAQ COMPOSITE

Data Apertura Massimo Minimo Chiusura Volume medio Chiusura aggiustata*
nov-08 1.718,89 1.785,84 1.314,90 1.316,12 2.445.060.7001.316,12
ott-08 2.075,10 2.083,20 1.493,79 1.720,95 2.824.966.900 1.720,95
set-08 2.402,11 2.413,11 1.983,73 2.091,88 2.576.151.400 2.091,88
ago-08 2.326,83 2.473,20 2.280,93 2.367,52 1.954.377.100 2.367,52
lug-08 2.274,24 2.353,39 2.167,29 2.325,55 2.408.589.500 2.325,55
giu-08 2.514,82 2.549,94 2.290,59 2.292,98 2.288.785.700 2.292,98
mag-08 2.416,49 2.551,47 2.416,49 2.522,66 2.139.831.400 2.522,66
apr-08 2.306,51 2.451,19 2.266,29 2.412,80 2.038.801.800 2.412,80
mar-08 2.271,26 2.346,78 2.155,42 2.279,10 2.337.740.000 2.279,10
feb-08 2.392,58 2.419,23 2.252,65 2.271,48 2.408.646.500 2.271,48
gen-08 2.653,91 2.661,50 2.202,54 2.389,86 2.763.113.300 2.389,86
dic-07 2.654,91 2.734,82 2.553,99 2.652,28 1.960.397.000 2.652,28
nov-07 2.835,00 2.835,63 2.539,81 2.660,96 2.513.625.200 2.660,96
ott-07 2.704,25 2.861,51 2.698,14 2.859,12 2.229.832.600 2.859,12
.
.
.

set-03 1.817,92 1.913,74 1.783,46 1.786,94 1.989.591.400 1.786,94
ago-03 1.731,63 1.813,82 1.640,88 1.810,45 1.500.011.400 1.810,45
lug-03 1.617,30 1.776,10 1.598,92 1.735,02 1.821.410.900 1.735,02
giu-03 1.612,10 1.686,10 1.584,70 1.622,80 2.045.895.700 1.622,80
mag-03 1.583,23 1.599,92 1.582,52 1.595,91 4.629.320.000 1.595,91
mag-03 1.463,00 1.599,92 1.451,32 1.595,91 29.057.000 1.595,91
apr-03 1.347,54 1.482,49 1.338,23 1.464,31 1.541.936.100 1.464,31
mar-03 1.344,21 1.425,73 1.253,22 1.341,17 1.558.727.100 1.341,17
feb-03 1.324,74 1.352,07 1.261,79 1.337,52 1.354.126.800 1.337,52
gen-03 1.346,93 1.467,35 1.303,64 1.320,91 1.545.373.300 1.320,91
dic-02 1.507,94 1.521,44 1.327,19 1.335,51 1.442.352.300 1.335,51
nov-02 1.320,95 1.497,44 1.313,72 1.478,78 1.825.773.000 1.478,78
.
.
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mar-02 1.745,49 1.946,23 1.742,08 1.845,35 1.814.213.500 1.845,35
feb-02 1.928,83 1.942,15 1.696,55 1.731,49 1.892.543.100 1.731,49
gen-02 1.965,18 2.098,88 1.851,49 1.934,03 1.947.595.700 1.934,03
dic-01 1.915,13 2.065,69 1.898,98 1.950,40 1.847.711.000 1.950,40
nov-01 1.705,52 1.965,09 1.683,99 1.930,58 1.912.218.000 1.930,58
ott-01 1.491,45 1.792,87 1.458,41 1.690,20 1.990.586.900 1.690,20
set-01 1.802,29 1.836,19 1.387,06 1.498,80 2.196.254.000 1.498,80
ago-01 2.051,56 2.103,16 1.777,11 1.805,43 1.463.923.000 1.805,43
lug-01 2.156,76 2.181,05 1.934,67 2.027,13 1.639.729.500 2.027,13
giu-01 2.131,12 2.264,58 1.973,70 2.160,54 1.840.429.000 2.160,54
mag-01 2.116,24 2.328,05 2.052,41 2.110,49 1.968.128.100 2.110,49
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dic-97 1.608,56 1.652,84 1.486,51 1.570,35 714.639.500 1.570,35
nov-97 1.595,84 1.604,24 1.595,84 1.600,55 419.860.000 1.600,55

SILENZIO ........PARLA L'ECONOMIA!


SILENZIO ........PARLA L'ECONOMIA!

" Il lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti, nel lungo termine siamo tutti morti " raccontava il buon Keynes e si perchè oggi molte sicurezze del passato si stanno sgretolando sotto gli effetti della madre di tutte le crisi economiche e finanziarie della Storia.


Anche il mitico Buffett e il suo leggendario fiuto stanno per essere travolti da questa crisi, sia beneinteso è solo una sensazione per il momento, anche perchè dipenderà da quanto lungo dovrà essere il prossimo termine per considerare accettabile un qualsiasi investimento riferito.......

.......come sempre nella storia, capacità finanziaria e perspicacia politica sono inversamente proporzionali. La salvezza a lunga scadenza non è mai stata apprezzata dagli uomini d'affari se essa comporta adesso una perturbazione nel normale andamento della vita e nel proprio utile. Cosi si auspicherà l'inazione al presente anche se essa significa gravi guai nel futuro.

Questa è la minaccia per il capitalismo (...) E' ciò che agli uomini che sanno che le cose vanno molto male fa dire che la situazione è fondamentalmente sana! JK GALBRAITH

E si perchè a forza di considerare "fondamentalmente solida" ogni economia di questo pianeta, l'economia da ormai molto tempo ci sussurra che è ammalata, che questi anni sono stati solo un'illusione fondata sul debito ed oggi urla la sua disperazione in ogni fondamentale. Un sistema economico e finanziario fondamentalmente solido, talmente solido che lo si trasporta sempre nel lungo termine quando non si sanno più che pesci pigliare.

Oggi una batteria di dati macroeconomici ha colpito i mercati finanziari mondiali, una batteria di dati che erano scritti nei sintomi di questa crisi, nascosti da tutti coloro che avevano il compito "istituzionale" di tenere alto il morale in omaggio alle elezioni presidenziali.

SEGUE....

UNA REPUBBLICA FONDATA ANCORA SULLA TELEVISIONE

E SUL MOBILE ......

Mercato tlc: in Italia vale 24 mld di euro, ma ancora troppi ritardi nella diffusione della banda larga

Telecomunicazioni

In Italia, le entrate legate ai servizi di telecomunicazione si attestano a circa 24 miliardi di euro, mentre la spesa pro-capite nel 2007 si è attestata a circa 420 euro.

E' quanto emerge dal rapporto annuale sul mercato internazionale delle telecomunicazioni condotto dall’Autorità britannica per le tlc (Ofcom) che prende in esame la disponibilità, l'adozione e l'uso dei servizi di comunicazione in 7 paesi (Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Stati Uniti, Canada e Giappone). Inclusi nel rapporto anche i dati – dove disponibili – di altri cinque paesi europei (Polonia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia e Repubblica d'Irlanda), mentre sono stati considerati separatamente i dati relativi ai mercati emergenti di Brasile, Russia, India e Cina.

In Italia, dice Ofcom, sono le donne a primeggiare per uso del web: si connette a internet il 56% della popolazione femminile contro il 44% di quella maschile. Un gap che non ha eguali nelle altre grandi economie mondiali.
Hier klicken

Nei Paesi presi in considerazione si conta mediamente un collegamento a banda larga ogni quattro persone: vincono il confronto, i Paesi Bassi (35%) e la Svezia (31%). Il Regno Unito è terzo con 26 connessioni ogni 100 persone.

In Italia si contano 17 connessioni ogni 100 abitanti – siamo al 10° posto – ma nel nostro Paese, sottolinea Ofcom, si è registrato un rallentamento della crescita della penetrazione della tecnologia, che già si trovava tra i livelli più bassi d’Europa.

Anche il livello di diffusione della banda larga nelle famiglie è molto basso e si attesta al 40% contro, ad esempio, l’81% dei Paesi Bassi.

Dove non ci batte nessuno è invece nel settore mobile: in Italia si conta il più alto tasso si adozione delle tecnologie di comunicazione con 154 connessioni ogni 100 abitanti. Le connessioni 3G sono invece 40 su 100 abitanti.

Diffusa nel nostro Paese, l’abitudine di acquistare carte prepagate di diversi operatori per avvantaggiarsi delle promozioni offerte da ciascuno.

Nel nostro Paese, il 37% delle famiglie usa il cellulare in sostituzione del telefono fisso – contro il 15% della gran Bretagna – ne consegue che si fanno più telefonate dal cellulare che dal telefono di casa, tendenza registrata anche nei Paesi Bassi, Giappone e Polonia e che ha contributo a diluire l’Arpu: da noi – dove il 90% degli utenti utilizza carte prepagate – si registra il più basso livello di ricavo per utente.

In Italia, nota infine Ofcom, i prezzi dei servizi sono tra i più convenienti, in particolare per quanto riguarda i blocchi multipli – che comprendono internet, telefonia fissa, mobile e tv - dove siamo secondi solo al Regno Unito, con una spesa media mensile di circa 145 euro circa. Riguardo invece i prezzi dei singoli servizi, l'Italia è prima con una spesa mensile di 138 euro.

Altra nota stonata del mercato nostrano, è il penultimo posto negli investimenti pubblicitari in Internet, fermi al 3%, contro il 19% della Gran Bretagna.

Il rapporto sottolinea che negli Usa la pubblicità è stata soppiantata dagli abbonamenti come prima fonte di introiti per la TV commerciale. Prova, questa, che la pubblicità si sta spostando verso internet, ma non nel nostro Paese, dove le spese maggiori sono sempre destinate agli spot televisivi.

martedì 18 novembre 2008

ICT: MARCEGAGLIA, BANDA LARGA ESSENZIALE PER INNOVAZIONE E SVILUPPO


(ASCA) - Milano, 18 nov - ''La banda larga e' un elemento essenziale di innovazione e di sviluppo''. Emma Marcegalia concorda con il presidente dell'Agcom, Corrado Calabro', sulla necessita' di forti investimenti pubblici a sostegno di una maggiore diffusione territorale della banda larga.

''Le infrastrutture in questo Paese servono - ha puntualizzato la presidente di Confindustria a margine del convegno Assinform - infrastrutture materiali, come strade autostrade e ferrovie, ma certamente anche infrastrutture immateriali, come la banda larga. Il Paese e' indietro da questo punto di vista rispetto ai Paesi europei piu' avanzati, e qundi credo che sia giusto ipotizzare che in questo investimento complessivo sulle infrastrutture ci sia anche un'attenzione particolare sulla banda larga. Pensiamo - ha concluso la presidente di Confindustria - che da questo possano nascere servizi e innovazione, e quindi crescita per le imprese''.

fcz/mcc/rob

lunedì 17 novembre 2008

L’indice Visual Networking di Cisco prevede che il traffico IP globale sarà pari ad oltre
mezzo Zettabyte (1) entro i prossimi quattro anni
Il traffico aumenterà di sei volte fra il 2007 e il 2012, principalmente a causa di
Video e Social Networking

Milano, 3 luglio 2008 – La pubblicazione in questi giorni, del Cisco® Visual Networking Index
(VNI) per il periodo 2007 – 2012, ha portato alla luce interessanti considerazioni sulle tendenze
del mercato del networking su IP sia in ambito business che consumer, caratterizzato in particolare
dal crescente utilizzo delle applicazioni video, Web 2.0 e degli strumenti di collabora zione. La
combinazione di queste tre tecnologie costituisce il cosiddetto “visual networking”. Basato su
analisi Cisco e sulle previsio ni di analisti indipendenti, lo studio è parte dell’attività di previsione
della crescita ed all’uso dell’IP networking in tutto il mondo.
Le proiezioni del Cisco VNI indicano che il traffico IP avrà un tasso di crescita annuale combinato
(Combined Annua l Growth Rate) del 46% fra il 2007 ed il 2012, quasi raddoppiando ogni due anni.
Ciò causerà una richiesta di banda sulle reti IP mondiali di circa 552 exabyte(2) - pari a oltre metà
Zettabyte (1 Zettabyte = ovvero 1000 exabyte – pari al contenuto memorizzabile su 250 miliardi di
DVD).
Nel mercato consumer, l’avvento della videocomunicazione avanzata e dei contenuti di
entertainment online, unito al social networking, ha accresciuto di molto l’impatto del video online
sulla rete. Nel 2012 il solo traffico video su Internet sarà pari a 400 volte il traffico trasmesso
sull’intera backbone Internet americana nell’anno 2000. Per fare un paragone, ci vorrebbero più
di mezzo milione di anni per guardare tutti i video online che transiteranno sulla rete ogni mese nel
2012.
Un dato che evidenzia questo trend è il seguente: i contenuti Internet Video, che nel 2006
rappresentavano il 12% del traffico Internet globale, nel 2007 erano balzati al 22%. Si prevede che
Video on demand, IPTV, video peer-to-peer e contenuti video fruiti su Internet costituiranno nel
2012 quasi il 90% di tutto il traffico IP consumer mondiale.
Per il traffico IP del mondo business si prevede un un tasso di crescita annuale combinato del 35%
fra il 2007 e il 2012. La crescente penetrazione della banda larga nel segmento piccole imprese, e
l’aumentata adozione delle comunicazioni video avanzate nelle grandi aziende (quali Cisco
TelePresence) sono i driver principali del moltiplicarsi del traffico. La crescita sarà più rapida nei
mercati emergenti e nell’Asia-Pacifico. Riguardo ai volumi, il Nord America genererà la gran parte
del traffico IP da qui al 2012, seguito dalle aree Asia-Pacifico e dall’Europa Occidentale.
Ulteriori evidenze del Cisco Video Networking Index sono le seguenti.
- Il traffico IP globale nel 2012 sarà pari a 44 exabyte al mese, mentre nel 2007 tale dato era
pari a meno di sette exabyte mensili.
- In paragone, il traffico IP globale del 2002 era pari a cinque Exabyte – il che significa che il
volume del traffico IP nel 2012 sarà cento volte maggiore.
- Il traffico IP globale mensile a dicembre del 2012 sarà maggiore di 11 exabyte rispetto allo
stesso mese del 2011: una crescita anno su anno che sarà superiore alla crescita complessiva
registrata fra il 2000 e il 2008.
- Il traffico dati mobile si raddoppierà all’incirca ogni anno fra il 2008 e il 2012.
"La sempre più vasta diffusione del visual networking sta avendo un impatto significativo sulla
crescita del traffico IP sia nel mercato business che in quello consumer” ha dichiarato Suraj Shetty,
Vice President Service Provider Marketing di Cisco. “Fino a pochi anni fa “exabyte” era una
parola che nessuno conosceva. In ogni caso, visti i ritmi esponenziali di crescita, nel 2012 dovremo
introdurre ancora nuove parole nel vocabolario, perché l’unità di misura che ci servirà sarà lo
Zettabyte”.
Il Cisco Visual Networking Index Forecast and Methodology, 2007-2012 e l’aggiornamento del
report Cisco "Approaching the Zettabyte Era" White Paper sono parte del Cisco Visual Networking
Index, una iniziativa Cisco che ha lo scopo di fornire informazioni qualitative e quantitative
riguardo ai trend di domanda e utilizzo delle reti IP.
(1)
Uno zettabyte è pari a: 1,000 exabytes; 250 miliardi di DVD.
(2)
Un exabyte è pari a: 1 miliardo di Gigabyte; 1,000 petabyte; 250 millioni di DVD
Cisco
Cisco (NASDAQ:CSCO) è leader mondiale nella fornitura di soluzioni di rete che trasformano il modo con
cui le persone comunicano e collaborano. Notizie e informazioni relative alla società ed ai prodotti sono
disponibili all’indirizzo http://www.cisco.com/it Le apparecchiature di Cisco Systems sono fornite in Europa
da Cisco Systems International BV, una consociata interamente controllata da Cisco Systems, Inc.
###
Per ulteriori informazioni
Cisco Prima Pagina Comunicazione
Cristina Marcolin Caterina Ferrara
Susanna Ferretti Benedetta Campana
(Tel: 800 787 854 - email: (Tel: 02/76.11.83.01 - email:
pressit@external.cisco.com) ciscotech@primapagina.it)
Ragazzi e nuove tecnologie. Istat: cresce l’uso di cellulari e internet, diminuisce il tempo dedicato alla Tv

Telefonia mobile

Cresce in Italia l’uso del cellulare tra bambini e ragazzi: lo possiede il 92% degli 11-17enni, rispetto al 55,6% del 2000.
Lo rivela l’ultima indagine Istat “Aspetti della vita quotidiana”, condotta a febbraio 2008 su un campione di 20 mila famiglie per un totale di circa 49 mila individui.
La crescita maggiore, dice l’Istat, si è verificata tra i più piccoli. La quota di ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che utilizza il cellulare è passata, infatti, dal 35,2% al 83,7%, mentre tra i 14 e i 17 anni dal 70,4% al 97,8%.
Nel 2008 il 68,9% dei bambini e ragazzi di 6-17 anni utilizza il cellulare. Chi utilizza il cellulare nella gran parte dei casi lo possiede. Il 59,4% dei bambini e i ragazzi da 6 a 17 anni, infatti, possiede un cellulare (era il 49,6% nel 2005), la quota di femmine è leggermente superiore a quella dei maschi (60% contro il 58,8%).
Il cellulare non si usa solo per telefonare. Era già così nel 2000, ma lo è ancora di più nel 2008. Tra il 2000 e il 2008 diminuisce, infatti, la quota di bambini e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni che utilizza il cellulare solo per telefonare, passando dal 20,3% al 3,8%.
Tra le funzioni utilizzate del cellulare al primo posto si colloca il telefonare (93,6%), a brevissima distanza l’invio/ricezione messaggini (81,3%).
Oltre la metà dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni gioca con il cellulare, il 47,3% fa squilletti, il 46,9% cambia suonerie e il 42,7% fa uso della rubrica telefonica.
Al settimo posto tra le funzioni utilizzate si colloca il fare/ricevere foto (38,8%), seguito dall’ascolto della musica (33,3%). Con percentuali più basse ma comunque di interesse emergono: fare, inviare e ricevere filmati (15,2%), registrare conversazioni (10,3%), utilizzare l’agenda diario (11,2%) e collegarsi ad internet (4,2%).
Nel 2008 il numero medio di funzioni utilizzate è 4,8. Emergono differenze, però, rispetto all’età: i bambini di 6-10 anni usano in media meno funzioni (3,4), mentre tra gli 11 e i 13 anni sale a 5 e si attesta a 5,3 tra i 14 e i 17 anni.
Dal 2000 al 2008 aumenta inoltre la quota di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni che usa il Pc (dal 41,7% al 59,8%).
Anche l’uso di Internet è cresciuto. Considerando, per esigenze di confronto con il 2000, i ragazzi tra 11 e 17 anni, Internet è passato dal 28,5% del 2000 al 66,9% del 2008.
Nel 2008 sono 5 milioni e 135 mila i bambini e i ragazzi tra i 3 e i 17 anni che usano il Pc a casa o in altro luogo.
Tra i 6 e i 17 anni i bambini e ragazzi che si collegano ad Internet sono 3 milioni e 386 mila (il 49,2% della popolazione di questa età).
L’uso del pc aumenta al crescere dell’età: tra i bambini di 3-5 anni solo il 15,6% usa il pc, tra i 6 e i 10 anni oltre la metà dei bambini (57,4%), tra gli 11 e i 13 anni il 75,8% e tra i 14 e i 17 anni l’82,0%.
Non emergono differenze significative dal punto di vista del genere, ad eccezione della fascia di età tra 6-10 anni e 14- 17, in cui la quota di bambini e ragazzi che usano il Pc è superiore di circa 5 punti percentuali a quella delle loro coetanee. Questa relativa omogeneità è una caratteristica specifica delle fasce di età considerate, in quanto per le classi di età successive l’uso del pc risulta essere un’attività prevalentemente maschile. Considerando tutte le persone di 18 anni e oltre, infatti, i maschi che usano il pc sono il 48,3% mentre le femmine sono il 36,6%.
Lo sviluppo dell’uso delle nuove tecnologie fa diminuire il tempo dedicato alla Tv: bambini e i ragazzi che usano Tv, radio e Pc leggono di più nel tempo libero, vanno più frequentemente al cinema, praticano di più sport. Insomma, fanno tutto di più rispetto a chi vede solo la Tv.
Rispetto al rapporto con la Tv diminuisce il tempo che i ragazzi vi dedicano. Ciò accade, in particolare, per i bambini e ragazzi multimediali: infatti, tra chi usa Tv, radio e Pc la quota di coloro che guardano la Tv 3 ore o più nei giorni non festivi passa dal 42,7% del 2005 al 34,9% del 2008, mentre tra i ragazzi che guardano solo la tv la quota passa dal 44,3% al 41,1%.
Tlc: Bankitalia, Italia in grave ritardo sulla banda larg

Roma, 16 nov. (Adnkronos) - L'italia accusa un grave ritardo nello sviluppo della banda larga. E' quanto emerge da uno studio della Banca d'Italia, firmato da Emanuela Ciapanna e Daniele Sabbatini, e pubblicato sul sito di Via Nazionale. Dall'analisi condotta, si evince infatti "il permanere di una situazione di arretratezza del nostro paese rispetto alla media europea e alla media Ocse". Cio' appare evidente "sia con riferimento al tasso di penetrazione, che in molte aree del paese appare estremamente basso, sia considerando l'ampiezza media effettiva della banda erogata".

Quest'ultimo problema, si osserva, "riguarda non solo le zone periferiche e rurali, ma anche quelle urbane e densamente popolate non raggiunte da fibra ottica. I principali fattori che vi concorrono sono: la scarsa alfabetizzazione informatica della popolazione, l'orografia del territorio, l'assenza di incentivi economici per gli operatori del mercato a investire in aree a basso rendimento futuro, il permanere di una posizione dominante da parte dell'impresa incumbent".

In questo quadro, "le risposte regolamentari comprendono sia interventi regolamentari finalizzati a garantire l'accesso alla rete di Telecom Italia da parte degli operatori concorrenti, sia interventi (a livello statale e regionale) per potenziare le infrastrutture e abbattere il divario digitale tra aree urbane e periferiche". E la recente presentazione da parte di Telecom dell'offerta di riferimento per la fornitura del servizio bitstream su rame e fibra ottica, a un prezzo fissato sulla base di un meccanismo che riflette il costo effettivo del servizio intermedio piu' una quota di rendimento adeguato fissata dall'Autorita' (c.d. cost plus), "puo' costituire un utile strumento per l'ingresso di altri operatori"

sabato 15 novembre 2008

Adsl, l'Agcom lancia la trasparenza
"Gli operatori dicano la banda reale"
di ALESSANDRO LONGO


ROMA - È alto il rischio di restare delusi quando si acquista un'Adsl, ma presto non sarà più così: stanno per arrivare norme che obbligheranno gli operatori italiani a indicare, nella pubblicità, anche la velocità minima delle offerte. Lo prescrive Agcom (Autorità garante delle comunicazioni), in una delibera in via di pubblicazione sul sito (www.agcom.it). In particolare, deve essere specificata la "banda disponibile in download nel 95 per cento dei casi".

È una novità a lungo invocata dalle associazioni dei consumatori, perché finora abbonarsi all'Adsl è stato come comprare qualcosa a scatola chiusa. Gli operatori indicano solo la velocità massima teorica delle connessioni offerte: adesso si va dai 7 ai 20 Megabit al secondo. Nella realtà però poi l'utente naviga molto più lento, a seconda della zona dove abita e del momento della giornata. La velocità media reale dipende infatti dall'effettivo investimento in banda larga fatto dall'operatore in quella zona, in rapporto al numero di utenti che vi è connesso. Un'alea, insomma, che solo alcuni provider minori hanno mitigato, indicando nelle offerte una banda minima garantita.

Il nuovo parametro richiesto da Agcom potrebbe però dare informazioni ancora più accurate sulla qualità reale delle Adsl. "Si è detto che Agcom non è sensibile al problema della qualità delle offerte. Con questo provvedimento dimostriamo il contrario, ponendoci all'avanguardia in Europa, in perfetta sintonia con le misure in vigore nel Regno Unito", dice a Repubblica.it Stefano Mannoni, consigliere Agcom. È vero che questo parametro è innovativo, mancando anche in Paesi dove la banda larga è molto più diffusa che da noi. Ma è altrettanto vero che forse da noi se ne sentiva più il bisogno, se ha ragione uno studio (http://www. sbs. ox. ac.uk/downloads/Broadband_Quality_Study_press_presentation. pdf) appena condotto dall'Università di Oxford e dall'Università di Oviedo, secondo il quale l'Adsl italiana è tra le più lente d'Europa, alla prova dei fatti. La velocità è dalle due alle dieci volte più bassa di quella reclamizzata, secondo lo studio.

Ulteriore tassello sarà permettere agli utenti di verificare, in modo oggettivo, se l'offerta sottoscritta mantiene le promesse. Sono numerosi i test di velocità disponibili in rete, a questo scopo (http://www. speedtest.net/), ma Agcom ora sta lavorando per pubblicarne uno certificato e quindi, si presume, più affidabile. "A seguito di apposita manifestazione d'interesse, da presentare entro 30 giorni, l'Autorità individuerà un soggetto indipendente che, sotto il proprio coordinamento, avrà il compito di condurre l'attività di misurazione", scrive infatti Agcom sul proprio sito.

(14 novembre 2008)

mercoledì 12 novembre 2008

Un piccolo Riconoscimento verso Chi spesso mi dà modo di elaborare le miei idee.

per me siete ormai un faro importante, per trovare gli allineamenti necessari al mio tipo di Navigazione, per cui in primis, Vi chiedo l'autorizzazione per continuare a postare le Vostre argomentazioni, sempre chiaramente corredate dai links originari, per non rischiare di esser considerato un parassita anzichè un utente, un attento lettore che prende spunti ed appunti ad ogni gratuita preziosa Vostra lezione.
La quotidiana lettura di MERCATO LIBERO rappresenta un "passaggio obbligato" nella mia navigazione "a vista" nonchè "stimata" tra tutte le news e informazioni , dati che fanno rotta verso l'identificazione di settori di Business ed Aziende ovvero di terreni poco conosciuti, nicchie o avamposti persino inesplorati e valori di borsa inespressi che permettono di effettuare "scoperte geografiche" per alimentare speranze d' investimenti fruttiferi.
Navigazione "a vista" perché quotidianamente annoto gli avvenimenti e le novità che coinvolgono direttamente o indirettamente la vita delle Imprese(non più di 3 o 4) in oggetto del mio studio come il portolano de "il Mancini" , "stimata" perché mi autoproduco dei planners su cui riporto le performance e le potenzialità inespresse al pari dei budgets consuntivi, previsionali attualizzati dei relativi Managers aziendali.
Il mio curriculum, come navigatore nasce con gli albori della bolla New economy ( anno 2000), su finanzaonline, all'orquando i vari più noti Analisti,Targets e Case di Studio prospettavano inesauribili crescite, invitavano ad investire alla cieca senza la pur minima considerazione e trasparenza dei ratio che faticosamente studiai nelle dispense teoriche alle lezioni dell'Università di Economia; cosicchè dopo le numerose ed inevitabili scottature dovetti scegliere: o abbandonare gli investimenti in borsa o capirne il meccanismo. Adottai un nuovo e genuino metodo, la ricerca, de "le giuste fonti informative" ex-novo dai media tradizionali, con l'ingegno di un esploratore preparato, impegnato e con un pizzico in più d'esperienza.... ecco come nasce BOATRADE, frutto della Finanza Democratica in Rete.
Il tutto può esser trovato e consultato nell'archivio storico del sito-forum di finanzaonline.com con il nickname Boatrade.
Oggi ho anche il piacere di coltivare un blog personale ed attualmente sono passionalmente ed economicamente (azionista risparmiatore) impegnato in due realtà facenti parte sempre delle middle-small-cap italiane: EUTELIA ed ACOTEL.
Quando ho letto il post su Zener mi sono un pò rivisto e proposto a far anche mio, il vostro invito a continuare l'avventura di autodidatta, nell'analisi finanziaria dei fondamentali.
Il mio apporto quindi sarà sempre onestamente di parte quando si parlerà delle Aziende e Competirors che curo, per cui lascio a Voi prendere le dovute considerazioni e precauzioni sapendo come canta il mitico Battisti:
Ma...
ah...
cosa accadrà (STACCO)
Sono io che scelgo te
o sei tu che scegli me
Sembra quasi un gran problema
ma il problema non c'è
Gira gira la gran ruota
e la terra non è vuota
Ad ognuno la sua parte
Saper vivere è un arte.

Quindi se mi scegliete per la Vostra lettura, sappiate che
ad esempio attualmente sono convinto del settore TLC ed IT e delle due small-middle-cap nostrane ITALIANE.

Con stima i miei saluti
Vostro Boatrade

GM -30%. Chi resuscita l'auto elettrica?

Pubblicato da Debora Billi alle 10:44 in Current Affairs


Ieri la General Motors ha perso quasi il 30% sul listino, in un solo giorno.

La produzione automobilistica americana è al tramonto, e quella europea non sta tanto meglio. La GM ha oggi lo stesso valore che aveva nel 1946: non si regge a lungo, in una condizione simile.

Il Presidente Obama, oltre che all'Iraq, l'Iran e la Corea, deve pensare anche a Detroit (e a Flint, la città dove Michael Moore girò nel 1989 l'attualissimo film "Roger e me" sulla crisi della GM). Da più parti si vocifera di un nuovo bailout, e questa volta per salvare le case automobilistiche.

Potete immaginare come la si pensa in questo blog, e come la pensi chi si occupa di petrolio, esaurimento delle risorse, energie alternative: usare i soldi del contribuente (bisognoso) per foraggiare la ormai decotta industria automobilistica, che non ha più alcun futuro, non è degno di un Presidente in cui si sono riposte tante speranze.

Però... c'è un però. Lasciar morire l'industria dell'auto qualora lo meriti è doveroso. Meno saggio è farlo in un momento come questo, nel mezzo di una crisi finanziaria terribile. L'industria automobilistica occupa in USA circa 2 o 3 milioni di persone: mandarle tutte a spasso in un botto, perché lì non ci sono ammortizzatori sociali, significa probabilmente dare il colpo di grazia all'intero Paese.

E' vero anche che ci aspetteremmo da Obama un guizzo creativo in più, e non la solita beneficenza statale ai soliti prenditori. Quei soldi si potrebbero usare per mettere al lavoro gli ex-operai Ford a ricostruire infrastrutture fatiscenti, come la rete elettrica che in USA cade a pezzi. O almeno, vincolare la regalia ad una riconversione della produzione, visto che Obama nella sua campagna ha più volte sostenuto che creerà 5 milioni di posti di lavoro con le energie alternative. Vedremo la General Motors resuscitare l'auto elettrica che aveva ucciso qualche anno fa?

martedì 11 novembre 2008




Passare all’ADSL di Eutelia NON E’ MAI STATO COSI’ FACILE!


Da Giugno 2008, grazie all’entrata in vigore della Delibera 274/07/CONS, sarà cura di Eutelia gestire la tua pratica di disdetta.

Basta farsi rilasciare dal proprio Operatore il CODICE DI MIGRAZIONE* e, senza la necessità di ulteriori comunicazioni, sottoscrivere con Eutelia l’accesso al servizio ADSL.


* Il Codice di Migrazione è una stringa alfanumerica composta da 18 caratteri: COW (Codice OLO Donating di 3 caratteri alfanumerici, ad es. ‘WIN’ per migrare da Wind); COR (Codice Risorsa di 12 carattteri, individua univocamente la risorsa tecnica da migrare); COS (Codice Servizio di 3 numeri, ad es. ‘006’ per migrare ADSL su linea condivisa).


Verifica copertura servizi a larga banda retail

lunedì 10 novembre 2008

La finanza rinasce puntando sull’Information technology

I sistemi hitech di Aig, il big delle assicurazioni Usa travolto dal credit crunch, non sono stati in grado di registrare quanto alto fosse il rischio di esposizione e l’avvicinarsi del default. Una notizia dei giorni scorsi che ha gettato nel panico le più grandi organizzazioni del globo. Finora, infatti, gli investimenti nell’It, information Technology erano ritenuti necessari per aumentare l’efficienza, i tempi di comunicazione e gestione, e per ridurre i costi. Ma nessuno si era ancora mai soffermato sul fatto che invece i sistemi hitech potrebbero costituire il più sofisticato sistema di controllo globale dell’azienda. Tutti i segnali dicono che ci sarà presto una corsa a implementare l’area tecnologica e, dunque, a dotarsi di personale specializzato. Soprattutto le imprese e istituzioni finanziarie. Una conferma di questa tendenza viene dagli analisti di Gartner, società specializzata nel settore It, che nel corso di un meeting che si è tenuto la settimana scorso, hanno lanciato il segnale: le istituzioni finanziarie devono puntare sull’It per fare fronte alla recessione economica. E’ esattamente il contrario di quanto sta avvenendo, dicono gli analisti di Gartner: tutti bloccano gli investimenti in attesa di tempi migliori, ma questa è una strategia miope, di breve periodo, che indebolisce ulteriormente la loro posizione sul mercato in una fase di grandi cambiamenti. L’arrivo in massa di operatori non bancari, grazie alla fase di liberalizzazione, per esempio, rende l’area dei servizi finanziari altamente competitiva, e per resistere alla concorrenza agguerrita bisogna dotarsi di strumenti più innovativi. Che consentono, e in periodo di crisi tanto più non guasta, di ottimizzare il rapporto costobenefici. (r.rap.)

mercoledì 5 novembre 2008


Barack Obama, presidente Internet
PI - Brevi
mercoledì 05 novembre 2008


Roma - Si potrebbe dire che tutta Internet è in festa se non fosse che in Internet c'è anche qualcuno che è deluso per quanto accaduto: Barack Hussein Obama II, candidato democratico, sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti. La sua elezione, avvenuta nella notte, viene celebrata online in queste ore.

il neoelettoAl di là dei newsmagazine, dei siti televisivi e dei blog industriali, ad applaudire alla vittoria di Obama sono i moltissimi che in queste ore riempiono forum e newsgroup, inviano video di felicitazioni su YouTube, si esaltano su Facebook e documentano in modo amatoriale ma assai efficace la gioia che si è sprigionata in moltissimi alla notizia della vittoria elettorale.

Che Internet sia la piazza globale dove si incontrano gli applausi non è certo una novità: era già accaduto, sebbene in questo caso, e basta farsi un giro sui blog per capirlo, la gioia dei tanti statunitensi che hanno votato si unisce come forse mai prima a quella di innumerevoli utenti di tutto il Mondo, che hanno seguito con trepidazione, anche in Italia, anche ora per ora, quanto avveniva nella election night.
"Internet e il mondo intero celebrano Obama" titola qualcuno: quel che è certo è che i mouse cliccano all'unisono in queste ore, e ciò si deve probabilmente al fatto che Obama deve moltissimo del proprio successo proprio ad Internet. Mai come nel suo caso una campagna elettorale statunitense ha trovato nella rete un compagno d'armi ideale, capace di aggregare masse eterogenee e schive individualità. Una novità che fa la storia non solo della Casa Bianca, che presto sarà abitata per la prima volta da un presidente afroamericano, ma anche della rete.